Il mio cammino
Io sono un essere umano in carne, ossa e sangue, e mi chiamo Demetrio, figlio di Emilio della dinastia Priolo.
Ho conseguito la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Trento con una tesi in diritto romano e ho esercitato per dieci anni la professione forense come civilista. A oggi, pur essendo intenzionato a mutare la mia attività in quella di un consulente e di un formatore, risulto iscritto nei registri del CNF con la dicitura di avvocato straniero.
Nel corso dei miei studi sono venuto fortunosamente a conoscenza di alcune tematiche fondamentali, a lungo celate al popolo, che sono alla base di qualunque assetto politico-giuridico storicamente detto. Prendendo le mosse dal bio-diritto – la branca del diritto che affronta le problematiche legate alla tutela della vita umana – si porta alla luce il bug fondamentale della cosiddetta matrix giuridica: l'avvenuta separazione del corpus dalla persona, un dato essenziale, poiché il riconoscimento di tale operazione chirurgica, qualificandosi in tutto e per tutto come un mero arbitrio – e l'arbitrio è per natura confutabile – fa cadere l'intero castello degli istituti positivi connessi alla persona.
Questo individuo dimezzato, privo della sua corporalità, celata ai suoi “occhi giuridici”, è altro da noi, è soltanto la nostra brutta copia, il nostro “uomo di paglia”; eppure, nell'alveo del discorso giuridico, egli risulta invero incauto affidatario del corpus; così il corpus è de facto considerato privo di capacità d'agire ogni qualvolta in cui un individuo s'identifica nella persona esibendo la carta d'identità.
Indagando a fondo, mi sono infine imbattuto in una giurisdizione e un in rito occulto, arcaico, basato sulle antiche Leggi della terra e del mare, e ho guardato nel vaso di Pandora, scoprendo una civiltà di mercanti della più grande risorsa del pianeta, gli esseri umani, dove Repubblica d'Italia è soltanto un nome commerciale.
Ora che so, mi corre l'obbligo deontologico di condividere il frutto delle mie ricerche e speculazioni. Prima ancora, in quanto io Coscienza ed essere umano, non posso rimanere inerme di fronte alla mia gente ridotta in schiavitù: non posso permettermi di tacere.