IO SONO

Esempio di ridicolaggini, copiate tel quel (compresi gli errori) alle quali mancherebbe l'unico elemento veramente fondamentale: “Capace d'intendere e di volere” e “nelle piene facoltà mentali per evitare un TSO:

«Uomo Ancestrale, Naturale, Vivo, Essente, Autoctono, Libero ed in Onore, pertanto in Facoltà e Diritto Maturale ed Allodiale unilateralmente inserito nei data/base della REPVBBLICA ITALIANA tramite le creazioni giuridiche senza afflato vitale, illegittime e illegali, utilizzando l’aggancio delle mie impronte digitali, e della mia impronta fisiognomica, detta “foto”, a un nome inventato da altri, che avete inserito senza autorizzazione, disconosciuto e, CONFISCATO IN CONTUMACIA e nei data/base della Giurisdizione Internazionale unilateralmente inserito in modo fraudolento e unilaterale nei data/base della REPVBBLICA ITALIANA tramite le creazioni giuridiche senza afflato vitale, illegittime e illegali, utilizzando l’aggancio delle mie impronte digitali, e della mia impronta fisiognomica, detta “foto”, a un nome inventato da altri, che avete inserito senza autorizzazione, disconosciuto e, CONFISCATO IN CONTUMACIA…
Rende in (Live Borne Record) AUTO DICHIARAZIONE GIURATA in Legge Universale e Naturale, Determinando in Onore, essendone informato e avendone Facoltà di Essere Nato Biologicamente nel Pianeta Terra il ……., di Essere tuttora Cosciente, 1) Senziente, 2) in piena consapevolezza, 3) in Vita/Vivente,Terrestre, pertanto mai disperso in mare, mai sottomesso e battente bandiera propria (Admiralty Law), Indipendente Ente Estero Vivente, Essente e Pre Giuridico protocollo n°…
»

Finzione Giuridica Tutte insulsaggini, come anche ”Essenza incarnata”, citata da altre parti, retaggio di un'ormai obsoleta New Age (ci si libera di un giogo per indossarne subito un altro) 4) che nulla ha da spartire con il Diritto e con le lecite rivendicazioni atte a ripristinare un arbitrariamente stravolto stato di fatto e di diritto naturali. Lo stesso vale per le ipocrite cosiddette: “Notifiche di cortesia” (retaggio di un OPPT non interpretato per ciò che è ma, di volta in volta, assoggettato singolarmente alla bisogna) che, nel tenore, non rispondono a un “lecito domandare”, bensì a imposizioni, ritenute illegittime, rivolte a ignari e fittizi depositari giuridici. Notifiche la cui composizione standard include diversi reati, di cui uno molto grave e, se finora nessuno dei destinatari li ha impugnati, lo si deve forse al compatimento per l'insieme ritenuto farneticante.

Per riappropriarsi della propria sovranità individuale, infatti, la prima dichiarazione da presentare all'Anagrafe del comune di residenza sarebbe: l'Autocertificazione di Esistenza in Vita (Ministero della Giustizia: “Se la persona scomparsa ritorna oppure emergano prove della sua esistenza in vita, la sentenza [qui si legga: ”La proprietà statale prodotta dal Cestui Que Vie“] deve essere annullata, insieme a tutti gli effetti che aveva prodotto”). A seguire l'Autocertificazione di Legale Rappresentanza. Per chi scegliesse consapevolmente, in base al proprio Libero Arbitrio, la via della “Sovranità individuale” testi, istruzioni e avvertimenti sulla presentazione di detti documenti sono reperibili in Modulistica.

Per la registrazione anagrafica del neonato (Attestato di nascita e Dichiarazione di nascita), laddove si voglia che le generalità (Nome e Cognome) del predetto siano redatte con caratteri alternati (ottenendo chiaramente un atteso rifiuto da parte degli impiegati dell'Anagrafe), vale il DPR 3/11/2000 n° 396 e segg.:

  • Art 7 comma 1. Rifiuto di atti: Nel caso in cui l'ufficiale dello stato civile rifiuti l'adempimento di un atto, da chiunque richiesto, deve indicare per iscritto al richiedente i motivi del rifiuto.
  • Art 95 comma 1. Ricorso: Chi intende promuovere la rettificazione di un atto dello stato civile o la ricostituzione di un atto distrutto o smarrito o la formazione di un atto omesso o la cancellazione di un atto indebitamente registrato, o intende opporsi a un rifiuto dell'ufficiale dello stato civile di ricevere in tutto o in parte una dichiarazione o di eseguire una trascrizione, una annotazione o altro adempimento, deve proporre ricorso al tribunale nel cui circondario si trova l'ufficio dello stato civile presso il quale è registrato l'atto di cui si tratta o presso il quale si chiede che sia eseguito l'adempimento. In pratica, s'indirizza un'istanza al tribunale (si veda fac-simile) allegando il rifiuto di cui all'articolo precedente.
  • Art 98 comma 1. Correzioni: L'ufficiale dello stato civile, d'ufficio o su istanza di chiunque ne abbia interesse, corregge gli errori materiali di scrittura in cui egli sia incorso nella redazione degli atti mediante annotazione dandone contestualmente avviso al prefetto, al procuratore della Repubblica del luogo dove è stato registrato l'atto nonché agli interessati.
  • Art 100 comma 1. Competenza: I tribunali della Repubblica sono competenti a disporre le rettificazioni e le correzioni… e a provvedere per la cancellazione di quelli indebitamente trascritti nonché per la formazione di quelli omessi o indisponibili che si sarebbero dovuti registrare in Italia…

Non c'è bisogno, quindi, di tenere conferenze e rendere spiegazioni agli irremovibili e ignari impiegati dell'Anagrafe i quali, come altri di pari livello, sono all'oscuro di tutto; o di adire a cause legali sostenendo il trust direttamente in tribunale, davanti a un giudice riluttante.

Sull'importanza del nome ne abbiamo già parlato in altra sede…

Alfa e Omega

Ora, per chi avesse voglia di approfondire sulla potenza tellurica del “IO SONO” che non può e non deve essere soggetto ad alcun tipo d'attributi, perché in sé contiene la sua massima espressione: “IO SONO COLUI CHE SONO!”… e basta! (per cui, se la vera Bibbia è un codice marittimo/mercantile valido per tutto, è valido anche questo), riportiamo alcuni passi magistralmente interpretati (laddove si parla di Gesù, esistito o meno che sia, è ovvio che si parla di quanto riportato nel Vangelo). 5)

§ Questo mondo.

La vicenda narrata nel Vangelo si svolge qui, in questo mondo, più di quel che di solito si pensa.
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù pronuncia molte volte le parole «mondo» e «questo mondo» (kosmos toutos) e ogni volta intende non il mondo fisico, né tantomeno il mondo palestinese del I secolo dopo Cristo, ma soltanto il kosmos, che in greco significa «l'ordine», «l'assetto sociale»: il mondo cioè in cui la maggioranza intende i rapporti tra gli uomini e i rapporti tra gli uomini e ciò che è più grande di loro. E i rapporti tra gli uomini di cui parla il Vangelo non sono cambiati da quando fu scritto: il Vangelo parla di chi obbedisce e chi comanda, di chi crede di avere ragione e di chi è oppresso dal senso di colpa, di chi vuol capire e di chi ha paura di capire e via dicendo. E tutto ciò oggi è proprio come allora.
Il Vangelo parla soprattutto dell'idea che a questo mondo (a quest'ordine sociale, a questo modo di vedere le cose come le vedono i più) ci si debba adeguare, perché bene o male esso rispecchierebbe la vera natura umana. E su questo, Gesù non è d'accordo.
Secondo Gesù questo mondo è sbagliato: è troppo angusto; ognuno di noi è troppo più grande di questo mondo per potersi adeguare a esso senza mutilarsi in qualche maniera. Perciò a questo mondo non bisogna appartenere più, bisogna che tutto il suo assetto diventi qualcosa di estraneo: e soltanto allora si comincia a vivere quella vita e quella verità più grande per le quali davvero ogni uomo è nato.

Io vi ho tratti fuori dal mondo […] (Giovanni 15,10)

Io ho dato loro le Tue parole, Padre, e il mondo li ha odiati, perché essi non appartengono al mondo […] (Giovanni 17,14)

Qui sta una profonda differenza tra l'insegnamento di Gesù e la dottrina cristiana, secondo la quale l'espressione «questo mondo», nel Vangelo, va riferita proprio al mondo fisico, valle di lacrime da cui si può uscire soltanto con la morte […].

Questo mondo, secondo Gesù, è fondato sulla menzogna e sulla paura; e adeguarvisi significa mentire a se stessi: tenere nel buio, non vedere tutto ciò che in questo mondo non va […]
Questo mondo va invece visto com'è davvero: va «giudicato», come scrive Luca: «Se voi non giudicate questo mondo, è soltanto per paura di essere giudicati (Luca 6,37)» - ma le versioni consuete intendono «Non giudicate per non essere giudicati». Chi non giudica questo mondo ne è complice e vittima al contempo: si sottomette alle sue autorità, alla sua morale, a tutte le inezie, che esistono solo perché molti accettano di sottomettersi a esse.
Per sottomettersi è indispensabile sentirsi inferiori, e le religioni, la morale, le autorità coltivano nei loro sudditi ciò che occorre per sentirsi così […]

Io ho vinto il mondo […] (Giovanni 16.33)

Cioè: bisogna vincerlo per essere IO davvero.

§ Le leggi e il «Noi».

[…] Nel giudaismo, nel cristianesimo, nell'islamismo, le Leggi divine limitano inevitabilmente la libertà umana, che in queste religioni appare infatti ai più come l'ostacolo al raggiungimento del Regno dei Cieli. Nel Vangelo è molto diverso: ciò che nel Vangelo si chiama Legge divina non contrasta con la libertà, e contrasta invece con l'obbedienza, la servitù e il conformismo religioso.
Per intendere bene questo punto, bisogna considerare che tutte le discipline e le ricerche spirituali si possono dividere in due categorie: quelle per cui vale il principio «Come in alto, così in basso», e quelle per cui tale principio non vale. È un principio molto antico, anche Ermete Trismegisto lo poneva come prima norma della sua magia, nella Tavola di smeraldo; e significa che quel che si conosce nelle sfere superiori è tanto più valido quanto più produce risultati nella vita terrena.
Il giudaismo, il cristianesimo e l'islamismo non riconoscono questo principio: non ritengono che tra ciò che è in cielo e ciò che è in terra vi debba essere armonia, e perciò possono intendere le loro Leggi in maniera oppressiva […].
I cosiddetti «comandamenti» che Gesù dà non sono ordini ai quali si possa trasgredire: sono leggi, nello stesso senso in cui si dicono leggi le leggi della fisica o le leggi di Mosè, cioè enunciazioni di determinate regolarità nel prodursi di determinati fenomeni […].
Comprendere queste leggi è appunto ciò che Gesù, nel Vangelo di Giovanni, chiama «essere tolti da questo mondo»; mentre non comprenderle è restare, in questo mondo, in ciò che Gesù chiama «voi» e tutti gli altri nel Vangelo chiamano «noi», e che rappresenta quella parte di umanità che in questo mondo si è adeguata e sta ferma.

Questa particolare accezione delle parole voi e noi è un argomento completamente ignorato dalla dottrina cristiana […]. l'Io nel Vangelo, è il vero protagonista.
E il suo vero antagonista è un Noi, che sempre gli si contrappone. Il Vangelo è veramente la narrazione epica del duello tra queste due diverse dimensioni dell'identità umana […]. È un duello che si combatte sempre e da sempre nella vita di ogni individuo, e il cui esito è in ogni istante in sospeso.
In ogni istante a ognuno tocca scegliere, spiega Gesù: o con l'Io, o con il Noi. Tra l'Io e il Noi non può infatti esservi accordo, e nemmeno comunicazione […].
L'Io è, secondo Gesù, un principio d'identità umano e divino al tempo stesso: è in ognuno, è la piena coscienza che un uomo può avere di sé, e Dio, dice Gesù, ne è il Padre e la guida in ogni istante, se l'uomo ha il coraggio di accorgersene. Il Noi è invece un prodotto di questo mondo, ed è un altro principio d'identità.
Gli uomini entrano in un Noi, e diventano il Noi, quando abbandonano l'identità dell'IO: non osano esserla, ne hanno come paura, vertigine, e per paura e per vertigine si fondono nel Noi, per ripararsi in esso. I Noi in cui ci si può fondere sono molti - la nazione, la razza, la Chiesa, la famiglia, l'azienda, il partito - e si costituiscono sempre, in ogni epoca, in strutture gerarchiche, in cui i Noi meno autorevoli si volgono e sottomettono ai Noi di maggiore prestigio. È una realtà che ciascuno può facilmente verificare nella propria esistenza quotidiana. Altrettanto facilmente ci si può accorgere di come in un Noi, grande o piccolo che sia, chi al Noi si adegua e vuol partecipare si senta indosso una maschera di comportamenti che gli impediscono di essere davvero se stesso.
Non solo l'Io, infatti, viene escluso dal Noi, come ripete e mostra Gesù nel Vangelo, ma chiunque voglia essere se stesso diventa per il Noi un elemento di disturbo.
Indubbiamente, ciò che ciascun Noi teme molto è l'ostilità del Noi più grande al quale è direttamente subordinato. Ma ciò che ciascun Noi, a cominciare dai più potenti, teme più di ogni altra cosa è precisamente la singola individualità, e l'Io che in essa soltanto può manifestarsi […].

Anche se riportato in forma alquanto stringata (consigliato leggere tutto il libro) il messaggio è lapalissiano: l'IO può manifestarsi solo nella singola individualità dopodiché, tanti IO, mantenendo la propria singolarità, possono dare vita a un Noi completamente diverso, realizzando un nuovo paradigma a misura di rispetto e dignità umana.

Tenete anche presente che la “Convocazione di Canterbury”, l'11 febbraio 1531, concesse a Enrico VIII il titolo di “unico protettore, signore supremo, e anche capo supremo della chiesa e del clero inglese” attraverso la seguente formula: «per quanto la legge di Cristo lo consenta»… a buon intenditor…

Staff di Extrapedia Freedom


1)
“Cosciente”: Consapevole al punto di agire automaticamente in conseguenza
2)
“Senziente”: Nella giurisprudenza la definizione di essere senziente presuppone una serie di tutele e di prerogative: il Trattato di Lisbona, per esempio, così definisce gli animali
3)
“In piena consapevolezza”: Ripetizione di “Cosciente”
4)
New Age: Movimento religioso di tipo sincretistico, in cui confluiscono forme spirituali, terapeutiche e politiche alternative, basate su una concezione della natura intesa come essere vivente e su una religiosità tendenzialmente panteistica. La sua origine risalirebbe al 1962, quando in Scozia fu fondata la “Comunità-giardino di Findhorn”, ma iniziò a diffondersi a livello internazionale a partire dagli USA negli anni 1970
5)
Igor Sibaldi (2003) - “Il Codice Segreto del Vangelo - Il libro del giovane Giovanni